Chi siamo

Logo.jpgSito realizzato dall’Azienda per i servizi sanitari n.1 Triestina (ASS 1) e dall’Ordine dei Medici-Chirurghi e Odontoiatri di Trieste.

Nasce su iniziativa della dr.ssa Maila Mislej.

E’ stato inaugurato in forma solenne il 28 novembre 2013 dal Direttore Generale dell’ASS 1 dr. Fabio Samani e dal Presidente dell’ OMCEO dr. Claudio Pandullo.

Il sito è curato da:

dr.ssa Livia Bicego, dirigente infermieristica del Dipartimento di salute mentale dell’ ASS 1 e Presidente della “Commissione per il monitoraggio e l’eliminazione della contenzione meccanica, farmacologica, ambientale e delle cattive pratiche assistenziali, vecchie e nuove” dell’ASS1;

dr.ssa Maila Mislej, direttrice del servizio infermieristico aziendale;

dr. PierRiccardo Bergamini medico legale dell’ASS 1;

dr. Claudio Pandullo, Presidente dell’ OMCEO.

Introduzione

La contenzione (fuori dall’area dell’emergenza) lede il diritto alla libertà del proprio corpo sancito dall’art.13 della Costituzione ed appartiene all’armamentario della vecchia cultura prestazionale di cui si è ampiamente dimostrata l’inefficacia e l’inefficienza in quanto centrata sull’organo e sulla patologia e non sulla persona.Per  meglio promuovere la messa al bando della contenzione, l’ASS 1, il 15 febbraio 2006, con delibera n.109, ha attivato la Commissione per il monitoraggio e l’eliminazione della contenzione meccanica, farmacologica, ambientale e delle cattive pratiche assistenziali, vecchie e nuove. Detta Commissione da allora, attraverso la collaborazione con L’ordine dei Medici, con varie iniziative e grazie al contributo di alcuni magistrati (Francesco Maisto, Francesco Antoni, Federico Frezza), ha sviluppato una cultura assistenziale libera da contenzione nella nostra città che oggi può dichiararsi appunto libera da contenzione.

Il lavoro realizzato dalla citata Commissione in questi anni è stato documentato e presentato in vari eventi formativi locali e nazionali, in varie pubblicazioni in particolare nel saggio “Assistenza e diritti: critica alla contenzione e alle cattive pratiche”, M.Mislej, L. Bicego, Ed. Carocci, Roma 2007 e nel saggio “Contro la contenzione, Garantire sempre, a ogni cittadino, l’articolo 13 si può, si deve”, M.Mislej, L. Bicego, Ed. Maggioli, RN 2011.

Per tale lavoro l’ASS 1  ha ottenuto il prestigioso riconoscimento “Premio Alesini” di Cittadinanza attiva e del Tribunale per i Diritti del Malato nel 2010;

Ciò premesso, l’ASS1 e l’Ordine ritengono di sostenere il processo culturale di messa al bando della contenzione anche attraverso questo sito “triesteliberadacontenzione.wordpress.com” per meglio diffondere le pubblicazioni, il materiale e le informazioni a disposizione, raccolti ed elaborati nel tempo ed accrescere la consapevolezza dei cittadini e del personale sanitario e sociale.

Così Franco Rotelli, Direttore Generale dell’ASS 1 nel 2006, presenta il lavoro della citata Commissione, nel saggio “Diritti e assistenza”

Presentazione

Un certificato medico redatto a Trieste nel 2006 prescrive la contenzione di un anziano in casa di riposo, su ricettario di un medico di base. I servizi psichiatrici degli ospedali milanesi e romani sono puntualmente dotati di diversi e sempre più articolati strumenti di contenzione fisica dei degenti.

Un solerte magistrato udinese ha rinviato a giudizio il direttore del dipartimento di salute mentale perché la rete metallica attorno ad un centro di salute mentale era rotta e aveva consentito ad un aspirante suicida di andarsene.

Di li, fino a far guerre per garantire sicurezza, infinite forme di limitazione della libertà fisiche si snodano secondo culture e locali sistemi.

Istituzioni totali sempre più deboli per risorse umane e culturali e non per questo meno pervasive aspettano ovunque una vecchiaia che nessuno sa più come e dove contenere.

Pratiche fino a ieri esercitate in sordina, di nascosto o comunque consapevolmente non degne vengono ri-legittimate da regolamenti, protocolli, definizioni pseudoscientifiche, giustificazioni etiche. Un gruppo di dirigenti infermieristiche ha lavorato, visitato, indagato, discusso, ragionato ovunque nei luoghi deputati a Trieste e scrive qui. Scrive da un’idea forte, convinta e organica di difesa e proposta concreta di diritti esercitabili. Scrive di un sistema visto come  a portata di mano che i diritti inveri invece di lederli.

Passione ed etica della professione che si fanno sistema di intervento, lettura delle complessità, consapevolezza dei mezzi e loro praticabilità dichiarata ed esercitata.

Professione contro ideologia-realtà.

Ma la cultura della semplificazione-riduzione dei problemi e la violenza della semplificazione sta li di fronte. Che con impegno, ingegno, opere e perfino con felicità un gruppo di professionisti/e si schieri con le parole e con le opere contro questa semplificazione e deprofessionalizzazione dei comportamenti, contro questa messa tra parentesi dell’etica e dei valori morali è singolare.

Ormai l’etica sembra bandiera delle O.N.G. (Organizzazioni non Governative che operano nei paesi poveri) e delle associazioni, non più baluardo delle professioni pubbliche. Queste scrittrici fanno invece della propria professione un baluardo, un titolo d’onore, un’obbligazione e una ragione di relazione. Per questo è un bel libro. Ne è stupefacente la chiarezza limpida senza tentennamenti, la consapevolezza orgogliosa che lo pervade.

Dove non è neanche concepito che valori morali e professione possano mai disgiungersi.

C’è soprattutto inverato un grande principio speranza al di là forse di ogni evidenza e soprattutto al di là delle ideologie. C’è quella convinzione che illumina le questioni, le rende chiare e cristalline. C’è la certezza forte di una pratica comprovata che si fa pedagogia alta e toglie qualsiasi ambiguità possibile dal campo. E’ difficile (finalmente) resistere. Loro hanno ragione e tutte le ragioni. Occorre partire da lì. E ancora una volta, uscire dall’ambiguità e dalla neutralità qui resa impraticabile.

C’è uno strano pensiero positivo che si fa ragione critica, un pensiero critico che si fa pratica positiva. Qualcosa di anomalo e forse ormai solo di donne, peculiarità.”

Una Risposta

  1. Complimenti per il vostro sito!!! Auguri e buon proseguimento dei lavori! Sono con Voi! Antonia… quella del 2006!

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